Dossier:

Il noir americano nel cinema di Jean Pierre Melville a cura di Luisa Carretti

Verso una definizione dell'universo melvilliano
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Siliene

Anche se Melville ci fornisce una serie d’indizi che preannunciano la sua morte imminente e ai quali lui sembra essere completamente cieco: ad esempio durante la sequenza al Cotton Club, quando lui prima di entrare consegna il cappello al guardaroba. Melville racconta questo momento con un lungo dettaglio sul cappello nella cui fascia, la ragazza inserisce un numero, il tredici. La sua chiaroveggenza e onniscenza è dunque limitata. Lui che sa tutto di tutti non è in grado di prevedere il complotto ordito alle sue spalle perché nasce in un luogo che sfugge al suo controllo: la cella nella quale si trova Maurice. Ed è proprio lì che si organizza il tradimento: Maurice ordina una corona per Silien, emblema funerario equivalente dell’altra corona che Silien indossa come simbolo di potere e cioè il suo cappello.
Il tradimento si consumerà poi in un altro luogo che rende Silien incapace di vedere: la sua casa, salvezza e rifugio di un uomo che vuole sfuggire da un mondo di cui si sente padrone, ma di cui avverte l’ostilità. Un luogo che lui cerca di difendere dalla contaminazione, ma che finirà per trasformarsi nella sua tomba.  La stessa scelta di affidarsi ad una donna può essere vista come segnale della vicina sconfitta, visto che i ruoli femminili nei film di Melville sono sempre legati al doppio gioco e al tradimento.
 Nelle sequenze in cui Silien è protagonista possiamo godere delle sue grandi capacità manipolatorie, della sua spietatezza e professionalità. Indirizza le azioni e i pensieri degli altri nella direzione a lui utile per portare a termine il suo disegno e lo fa in modo talmente convincente da trasformare in verità assoluta degli eventi frutto della sua fantasia manipolatrice. E alla fine di ogni sua azione osserva compiaciuto il lavoro rivelando quel  narcisismo proprio dell’eroe/asceta.
Pensiamo alla sequenza dell’incontro con Fabienne al Cotton Club e la successiva a casa della donna: l’abilità di Silien risiede nel conoscere le debolezze degli altri  per sfruttarle per un proprio tornaconto. Le menzogne con le quali riesce a modificare i ricordi di Fabienne sono tante e tali da poter apparire inverosimili. Ma nella bocca e nelle espressioni di Silien queste assumono un tale pathos, una tale forza da diventare l’unica realtà accettabile. Il gioco che lui attua con Fabienne è un gioco costruito su due livelli di senso: se l’incontro al Cotton club costringe Silien a interpretare la parte dell’innamorato appassionato che cerca di strappare la promessa di un appuntamento alla donna, una volta nell’appartamento può portare a termine la sua opera. In entrambi i casi non sono solo le sue parole a penetrare nella psicologia di Fabienne, ma soprattutto il suo sguardo ipnotizzante e seducente che fa crollare tutte le sue difese trasformandola in una pedina nelle mani di Silien.  E se Fabienne continua a parlare d’amore, Silien incalza costringendola a modificare i suoi ricordi e recitando la parte del disinteressato, di colui che non può accettare che un innocente venga punito senza motivo.
Nelle sue parole si produce un nuovo scambio di ruoli in cui Nuttecchio si fa  inconsapevolmente carico della vita di Maurice, subendo le conseguenze delle sue azioni.
E’ molto interessante come Melville abbia raccontato questa progressione a livello visivo: inizialmente i due, seduti al tavolo sono inquadrati in M.F. semi-frontale o di profilo. Fabienne è reticente a credere alle parole di Silien e si mostra fredda e distante. Poi Melville passa ad un PPP del profilo dei due in campo/controcampo riassumendo in quei profili tutta l’ostilità e la resistenza di Fabienne. Il momento in cui la donna cede alle richieste di Silien è raccontato mostrandoci un PP della donna in plongée dal punto di vista di Silien (oramai in piedi pronto per andare via). La serie di campi/controcampi mostrano così una Fabienne in posizione di inferiorità e di debolezza rispetto a lui che invece inquadrato in contre-plongée assume una posizione di assoluto potere.
Anche nella sequenza successiva questa scelta di angolazione continua ad essere indicativa dello squilibrio emotivo fra i due personaggi. La vulnerabilità di Fabienne è nella sua nudità, nella sua orizzontalità. Silien seduto sul letto, vestito, la guarda dall’alto incalzando su di lei e recitando il ruolo che aveva previsto fosse più convincente. Penetrato nei pensieri di Fabienne, modificandoli, può finalmente alzarsi e prepararsi ad andare via. Prima però, si osserverà compiaciuto allo specchio, ignorando alle sue spalle una donna ormai subordinata alle sue volontà. Come Jef, anche lui ha il potere in uno sguardo magnetico e minaccioso  che immobilizza la vittima e non le lascia via di scampo: Nuttecchio e Thérèse  più che Fabienne ne subiranno le conseguenze peggiori.
Silien sfodera le stesse doti durante la sequenza dell’interrogatorio. Ripercorrendo l’intero dialogo con il commissario ci rendiamo conto di come lui riesca, anche grazie al suo atteggiamento compassato a impostare la discussione ponendosi allo stesso livello di Clain: non più un malvivente condotto lì perché gli vengano estorte delle informazioni, ma un collaboratore che segue interessato le ricostruzioni di Clain, fornendo delle possibili interpretazioni. Ovviamente Silien è al corrente di tutto ciò che Clain racconta e si diverte a seguirne i ragionamenti, cercando anche di spiazzarlo, di portarlo fuori strada, atteggiandosi a colui che vuole che venga scoperta la verità sull’omicidio di Salignari.

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