Dossier:
L'adolescenza di Francois Truffaut a cura di Nicola Piovesan
Il ragazzino ribelle e la storia di un film
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“Ogni buon film deve saper esprimere insieme una concezione della vita e una concezione del cinema.” F. Truffaut

Siamo a Parigi, in una scuola media di Pigalle. Durante una lezione di francese dei ragazzini si passano la fotografia di un’avvenente ragazza in costume da bagno. A venir scoperto dal professore è però Antoine Doniel, che viene messo per punizione dietro la lavagna. Il ragazzo, arrabbiato, si mette a scrivere sul muro frasi di protesta, e viene nuovamente punito.
Finita la scuola torna a casa, in un piccolo e modesto appartamento e, dopo aver acceso la stufa e aver rubato dei soldi, inizia a fare i compiti. Poi ritorna a casa la madre, nervosa e stanca dopo la giornata di lavoro, e aggredisce il figlio perché si è scordato di comprare la farina. Antoine esce per acquistarla e, tornando a casa, incontra il padre sulle scale. A cena moglie e marito litigano e, dopo un veloce pasto, il ragazzino si corica in una branda posta nell’ingresso dell’appartamento.
Il mattino seguente, Antoine decide di marinare la scuola assieme all’amico e compagno di classe René. I due vanno al cinema, poi giocano a flipper e vanno al Luna Park. All’uscita da una giostra, Antoine vede la madre abbracciata ad uno sconosciuto.
Il mattino dopo, per giustificarsi, racconta a scuola che la madre è morta. Ma Mauricet, un suo compagno di classe, racconta ai suoi genitori che la mattina precedente non era venuto a scuola. Scoperto l’inganno, il padre trascina la moglie a scuola.
Finite le lezioni, Antoine decide di scappare di casa e, con l’aiuto dell’amico René, passa la notte in una tipografia. Al mattino viene svegliato dagli operai al lavoro, e inizia a vagare da solo per le vie di Parigi. Affamato, ruba una bottiglia di latte.
Il giorno dopo ritorna a scuola, dove viene raggiunto dalla madre spaventata e premurosa. Una volta a casa, ella promette al figlio mille franchi se riuscirà ad ottenere un bel voto nell’imminente tema di francese. Poi escono assieme al padre e vanno al cinema a vedere “Paris nous appartient”.
L’indomani è il giorno del tema. Antoine parla della morte del nonno ispirandosi alla “Ricerca dell’assoluto” di Balzac. Tornato a casa, allestisce un piccolo altare in onore dello scrittore francese, ma la candela brucia la tenda che lo nascondeva. Anche il compito in classe va male: il professore lo accusa di plagio e gli mette zero.
Il povero Antoine scappa nuovamente, e questa volta viene ospitato di nascosto  nella casa del compagno di classe René. Entrambi senza soldi, decidono nottetempo di rubare una macchina da scrivere nell’ufficio del padre di Antoine. Cercano anche di venderla, ma invano. Tentano allora di riportarla indietro, ma vengono scoperti da una guardia che chiama il padre di Antoine. Il signor Doniel denuncia il figlio e lo fa rinchiudere in riformatorio.
Dopo una notte passata assieme a dei criminali, Antoine viene trasferito in un centro di osservazione, dove racconta alla psicologa la sua triste infanzia in solitudine. L’amico René va anche a trovarlo, ma non gli viene concesso l’ingresso. Cosa che invece riesce alla madre, furiosa per una lettera che il figlio ha scritto al marito, nella quale lo informa della sua infedeltà.
Un giorno, durante una partita di calcio, Antoine riesce a scappare. Dopo una lunga corsa raggiunge una spiaggia. Fa qualche passo nell’acqua e poi si volta, a guardare chissà cosa...La macchina da presa. Ecco cosa guarda. In uno dei più bei fermo immagine della storia del cinema. E dietro quella macchina da presa c’è Francois Truffaut.

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