Biografia
Non è chiaro il motivo per cui, nella Pasqua del 1904, Cocteau viene espulso dal Condorcet. Comincia a seguire i corsi privati di M. Dietz (che diventerà il M. Berlin del Grand écart), frequenta poi con scarso successo il liceo Fénelon per tornare ai corsi privati. In questo periodo forma con alcuni compagni un gruppo di habitués dell’Eldorado, dove assiste con passione agli spettacoli di Mistinguett. Comincia anche a scrivere delle poesie. Dopo avere fallito varie volte l’esame di maturità, organizza nel 1906 una misteriosa fuga a Marsiglia, su cui non ci è dato di sapere molto. L’anno seguente abbandona definitivamente gli studi senza diplomarsi, fiducioso sin da allora nel suo avvenire di poeta. Libero dagli impegni scolastici, Cocteau si getta nella mischia mondana e artistica della capitale, guidato dall’amico attore Edouard de Max: questa amicizia e le sue conseguenze daranno non pochi motivi di preoccupazione a Mme Eugénie, madre del poeta. A questo periodo risalgono la relazione con Christiane Mancini, un’allieva del Conservatorio, e le prime esperienze con gli stupefacenti.
E’ proprio Edouard de Max ad organizzare, il 4 aprile del 1908, una matinée al teatro Fémina, in cui vari attori recitano le poesie del giovane poeta. Lo spettacolo è preceduto da una conferenza di Laurent Tailhade. A partire da questo momento Cocteau è introdotto a pieno titolo nell’ambiente culturale e mondano dell’epoca: frequenta Proust, Catulle Mendès, Lucien Daudet, Jules Lemaitre, Reynaldo Hahn, Maurice Rostand, e comincia il suo rapporto altalenante con Anna de Noailles. Lo stesso anno, durante un viaggio a Venezia con la madre, Cocteau è sconvolto dall’improvviso suicidio di un amico, che si spara un colpo di pistola alla tempia sulle scalinate della chiesa della Salute.
Fra il 1909 e il 1912 vengono date alle stampe tre sillogi poetiche, che l’autore rinnegherà in seguito: La Lampe d’Aladin, Le Prince frivole, La Danse de Sophocle. Dirige insieme a Rostand una rivista di lusso, Schéhérazade. Conosce François Mauriac, il pittore Jacques-Emile Blanche, Sacha Guitry. Misia Sert gli presenta Sergej Diaghilev, impresario dei Balletti Russi, che lo presenta a Nijinskij e Stravinskij. Con questo gruppo incomincia una collaborazione artistica che si rivelerà feconda, e il cui primo frutto è Le Dieu bleu, realizzato nel 1912, balletto per il quale Diaghilev aveva affidato l’anno prima a Cocteau la stesura del soggetto. Sempre nel 1912 appare un articolo di Henri Ghéon sulla Nouvelle Revue Française che critica aspramente La Danse de Sophocle.
Il 1913 è l’anno della rivelazione: Cocteau rimane sconvolto dal balletto di Stravinskij, Le Sacre du printemps, e dallo scandalo che ne consegue. Lo spettacolo dei Balletti Russi, andato in scena il 29 maggio, gli appare come l’incarnazione del nuovo spirito artistico, e in quell’occasione comprende l’importanza del ruolo del pubblico nell’evoluzione dell’artista. All’uscita dal teatro, con Diaghilev e Stravinskij nasce l’idea di un nuovo spettacolo, David, che diventerà in seguito Parade. In seguito ai nuovi stimoli offerti dalla frequentazione di Stravinskij, Cocteau fa subire una svolta alla sua produzione: col romanzo Le Potomak, del 1914, comincia una nuova fase poetica originale, assai lontana dai toni delle prime raccolte.
Lo scoppio della guerra vede Cocteau a Reims impegnato a guidare le ambulanze per il trasporto dei feriti. L’anno seguente sarà a Nieuport con i fucilieri di marina: di entrambe le esperienze si troverà una fedele trasposizione nel romanzo Thomas l’imposteur. Nel 1914 fonda con Paul Iribe la rivista Le Mot. Conosce Valentine Gross, che gli presenterà Braque, Derain e Satie. Durante la guerra stringe amicizia con Roland Garros, che lo inizia all’aviazione: il battesimo dell’aria sarà alla base della prima opera poetica di una certa importanza: Le Cap de Bonne-Espérance, di cui organizzerà varie letture pubbliche che gli procurano un dicsreto successo.
Nel 1916 viene trasferito a Parigi, al Servizio Propaganda del Ministero degli Esteri. Comincia a frequentare l’ambiente di Montparnasse: conosce Apollinaire, Modigliani, Max Jacob, Pierre Reverdy, André Salmon, Blaise Cendrars (con cui fonderà una casa editrice), ma soprattutto Pablo Picasso. Con quest’ultimo nascerà un legame molto forte e duraturo, fatto di una estrema devozione e volontà di imitazione nei confronti del pittore, che sarà coinvolto nell’avventura di Parade. Dopo un viaggio a Roma, in cui Cocteau raggiunge Diaghilev e Picasso per mettere a punto lo spettacolo, Parade va in scena allo Châtelet il 18 maggio 1917: musica di Erik Satie, scene e costumi di Picasso, coreografie di Léonide Massine dei Balletti Russi. Lo scandalo si scatena già dalla prima rappresentazione: il pubblico si divide fra accaniti sostenitori e detrattori impietosi, che non hanno saputo cogliere l’importanza di quella manifestazione dell’esprit nouveau, per la quale Apollinaire conierà il termine “surréalisme”. Cocteau rimarrà però deluso in parte da questa esperienza, dato che non gli verrà riconosciuto il ruolo di ideatore e coordinatore che in effetti aveva svolto nell’elaborazione quadriennale dello spettacolo.
Nel 1918 pubblica Le Coq et l’Arlequin, saggio critico in cui viene intessuto l’elogio di Picasso e di Satie: questo testo sarà assunto come manifesto dal Gruppo dei Sei, che troverà in Cocteau un ardente ammiratore e un critico sagace. In questi anni si lega col giovane poeta Jean Le Roy, che morirà al fronte dopo pochi mesi. Ma il legame più importante è quello con l’allora quindicenne Raymond Radiguet, presentatogli nel 1919 da Max Jacob. Fra Cocteau e Radiguet nasce da subito una profonda amicizia, che sarà fondamentale per lo sviluppo, umano e artistico, di Cocteau. Nonostante la differenza di età e di notorietà, Radiguet sarà in questi anni il maestro di Cocteau: gli insegnerà a seguire un ideale di classicismo quanto possibile lontano dai fermenti sperimentali delle avanguardie di quegli anni, e che sarà caratteristico dell’opera di Cocteau a venire.
Il 1919 è anche l’anno della collaborazione all’Anthologie Dada, collaborazione effimera a causa delle incomprensioni con l’ambiente surrealista, e con Breton in particolare. Fra giugno e settembre riceve due attacchi da André Gide e Jacques Marnold, sulle pagine rispettivamente della Nouvelle Revue Française e del Mercure de France, che criticano duramente Le Coq et l’Arlequin accusandone l’autore di incompetenza e di plagio. Cocteau risponde alle accuse in maniera altrettanto virulenta. Contemporaneamente gli viene affidata una rubrica per il giornale Paris-Midi.
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