Dossier:

L'angelo e lo specchio a cura di Enrico Castronovo

Il mito di Orfeo nel cinema di Jean Cocteau
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Biografia


Gli anni seguenti sono piuttosto tranquilli e assai produttivi. Fra il 1920 e il 1921 vengono messi in scena due balletti di Cocteau musicati dai membri del Gruppo dei Sei: Le Bœuf sur le toit e Les Mariés de la Tour Eiffel, entrambi con un certo successo. Durante le vacanze sulla costa meridionale, in compagnia di Radiguet alle prese con la stesura del Diable au corps, Cocteau scrive moltissimo: le poesie che confluiranno in Vocabulaire e Plain-Chant, raccolte in cui si riconosce chiaramente l’influenza classicista di Radiguet, Antigone e Œdipe-Roi per il teatro, i romanzi Thomas l’imposteur e Le grand écart, e il saggio Le Secret professionnel. Ma questa fase sarà bruscamente interrotta nel 1923 dalla morte improvvisa di Radiguet, vittima di un tifo curato troppo tardi. La perdita dell’amico lascerà Cocteau in uno stato penoso, che lo spingerà ad accettare il consiglio di un amico, Louis Laloy, di cercare consolazione nell’oppio.
Georges Auric gli presenta Jacques Maritain, che convincerà Cocteau ad avvicinarsi alla religione. Ha inizio un periodo che non esitiamo a chiamare mistico, fatto di conversazioni con i coniugi Maritain e con i religiosi invitati alle loro cene; conseguenze di queste conversazioni saranno una prima cura di disintossicazione dall’oppio e un effimero avvicinamento ai sacramenti cristiani. Nel 1925 Cocteau ha la rivelazione dell’angelo Heurtebise, personaggio-chiave della sua opera,  e scrive il poema che porta il suo nome. Durante la convalescenza dalla disintossicazione, a Villefranche in compagnia del pittore Christian Bérard, scrive Orphée, che sarà montato dai Pitoëff l’anno seguente.
L’anno seguente rompe bruscamente con Maritain, preferendo l’oppio alla religione. Scrive il testo di Œdipus Rex, oratorio musicato da Stravinskij. Si acuiscono gli scontri con i Surrealisti: Philippe Soupault arriverà ad organizzare delle serate di pubblica denigrazione nei confronti di Cocteau, o addirittura a telefonare nottetempo alla madre del poeta annunciandole la morte di suo figlio. Il giorno di Natale conosce Jean Desbordes, un giovane scrittore con cui tenterà di ricostruire il rapporto che aveva instaurato con Radiguet. Nel 1928 appare infatti J’adore, un romanzo di Desbordes con una prefazione di Cocteau. La pubblicazione di J’adore gli varrà una valanga di recriminazioni da parte dell’ambiente cattolico.
La fine degli anni Venti è una nuova fase iperproduttiva, non turbata dai frequenti ricoveri di disintossicazione: le poesie di Opéra, i romanzi Le Livre blanc e Les Enfants terribles, il monologo La Voix humaine (la cui rappresentazione sarà pesantemente disturbata da Paul Eluard), Opium e il primo film, Le Sang d’un poète. Al 1932 risale la relazione con la principessa Nathalie Paley, nipote dello zar Alessandro III; la principessa avrebbe addirittura posto fine ad una gravidanza causatale da Coc-teau. Per il resto, la prima metà degli anni Trenta vede Cocteau impegnato a scrivere per il teatro (Le Fantôme de Marseille, La machine infernale, L’Ecole des veuves) e a seguire le realizzazioni dei suoi spettacoli.
Nella primavera del 1936 parte con Marcel Khill, il suo nuovo compagno, per effettuare un giro del mondo in ottanta giorni. Durante il percorso incontra su una nave Charlie Chaplin e Paulette Goddard: col regista nascerà una sincera amicizia. Il diario di questo viaggio verrà pubblicato col titolo Mon premier voyage. L’anno seguente, durante i provini per la distribuzione dei ruoli nell’Œdipe-Roi che sarebbe stato montato al Théâtre Antoine, Cocteau resta folgorato da un giovane attore: Jean Marais. Come è noto, fra i due nascerà una relazione profonda che durerà fino alla morte del poeta. Marais interpreterà il ruolo del Coro nell’Œdipe-Roi e subito dopo quello di Galaad negli Chevaliers de la Table ronde. Da questo momento Jean Marais è definitivamente assunto da parte di Cocteau come fonte di ispirazione per molte delle opere a venire. Per esempio, è per Marais e Yvonne de Bray che scrive nel 1938 Les Parents terribles, ispirandosi per il personaggio di Yvonne alla madre di Jean Marais. La pièce è montata nel novembre dello stesso anno; quasi subito vietata dal Consiglio Comunale, viene poi ripresa, nel gennaio successivo, con uno straordinario successo.

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