Dossier:

L'angelo e lo specchio a cura di Enrico Castronovo

Il mito di Orfeo nel cinema di Jean Cocteau
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Biografia

Conoscere la biografia di un artista è sempre importante per inquadrare la sua opera in un contesto il più possibile circostanziato. Nell’approccio all’opera di Cocteau l’importanza dei dati biografici è probabilmente maggiore che per qualsiasi altro artista: in pochi altri casi la produzione artistica di un autore è così pesantemente determinata dal bagaglio di esperienze vissute come nel suo. Per questo è necessario fissare in maniera dettagliata le date fondamentali della sua vita e nominare molti personaggi, più o meno noti al grande pubblico, che hanno svolto un ruolo rilevante nella formazione umana ed artistica del nostro autore.
Jean Cocteau, terzo figlio di una famiglia alto-borghese, nasce il 5 luglio 1889 a Maisons-Laffitte, zona residenziale alle porte di Parigi.

Maisons-Laffitte est une manière de parc d’entraîneurs semé de villas, de jardins, d’avenues de tilleuls, de pelouses, de plates-bandes, de jets d’eau sur des places. Le cheval de course et la bicyclette y régnaient en maîtres. On y jouait au tennis les uns chez les autres, dans un monde bourgeois que l’affaire Dreyfus divisait.

La sua famiglia passa le estati nel borgo natale, fra corse di cavalli e partite di tennis, e il resto dell’anno nella casa del nonno a Parigi, rue La Bruyère. La sua infanzia scorre tranquilla: coccolato dalla madre e dai nonni materni, è accudito da una governante di origine alsaziana che gli insegna il tedesco. E’ a Parigi che Cocteau assiste alle prime proiezioni dei Lumière, al Salon Indien di Boulevard des Capucines, e agli spettacoli circensi dai quali resta affascinato. Il padre, disegnatore, lo inizia precocemente alle arti grafiche, per le quali il bambino dimostra una stupefacente attitudine. Sempre nella prima infanzia si sviluppa una forte attrazione per il teatro: il bambino soffriva di non potere accompagnare i genitori, quando dopo lunghissimi preparativi li vedeva uscire per assistere a spettacoli di prosa o di musica. Questa attrazione è talmente forte che il suo passatempo preferito, nei giorni in cui restava a casa a causa della sua salute cagionevole, consisteva nella costruzione di teatrini e palcoscenici nel cortile di casa con materiali di fortuna.
Questa infanzia molle e oziosa viene turbata nel 1898 da una tragedia: Georges Cocteau, padre di Jean, viene trovato morto nel suo studio con una pistola in mano in un lago di sangue. Il motivo del suicidio rimane ignoto; Cocteau sospetta suo padre di una omosessualità repressa, alcuni biografi parlano di preoccupazioni finanziarie. La famiglia si trasferisce definitivamente in città nel palazzo del nonno, musicista dilettante, che organizza regolarmente dei concerti in casa, ai quali Cocteau ama assistere.
Il 1900 è l’anno dell’Esposizione Universale, dove il bambino subisce il fascino degli spettacoli di Loïe Fuller. Ma è anche l’anno dell’ingresso a scuola, al Petit Condorcet; comincia un periodo piuttosto infelice, reso difficile da un rapporto turbolento con l’istituzione scolastica e dalla morte tragica di un compagno di scuola. Ecco come Cocteau ricorda quel periodo:

Réveils de guillotine, larmes, cahiers sales, livres entrouverts en hâte, taches d’encre, coups de règle sur les doigts, craie qui grince, retenues du dimanche, classes vides qui empestent le gaz, petites tables de bagne sur lesquelles je copiais mille fois : « huit et huit ne font pas quatorze », […] dortoirs d’aube, angoisses mortelles d’être interrogé, tentatives de copier sur le voisin qui se protège avec des murailles de dictionnaires, déluge de menaces, découverte de caricatures inconvenantes, sueurs froides jusqu’à la délivrance du tambour qui provoquait un joyeux tumulte et me dénouait le cœur.

 E’ in questo periodo che nasce uno dei futuri capisaldi della mitologia personale di Cocteau: il compagno Dargelos, incarnazione della bellezza pericolosa, protagonista assoluto delle battaglie a colpi di palle di neve nella Cité Monthiers durante l’intervallo delle lezioni; personaggio e situazioni che ricorrono nelle poesie, nel Livre blanc, in Opium e Les Enfants terribles, nel Sang d’un poète. La descrizione di Dargelos merita di essere riportata:

Il était beau, de cette beauté d’animal, d’arbre ou de fleuve, de cette beauté insolente que la saleté accuse, qui semble s’ignorer, tire parti de ses moindres ressources et n’a besoin que d’apparaître pour convaincre. […] Imaginez quels désordres pouvait provoquer un Dargelos, chef de bande, coq du collège, cancre impuni, Dargelos à la mèche nocturne, aux yeux bridés, aux genoux blessés et superbes, sur des larves avides d’amour, ignorant l’énigme des sens et le moins protégées du monde contre les atteintes terribles que porte à toute âme délicate le sexe surnaturel de la beauté.

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