Dossier:

L'angelo e lo specchio a cura di Enrico Castronovo

Il mito di Orfeo nel cinema di Jean Cocteau
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Biografia


L’occupazione nazista pone non pochi problemi all’attività di Cocteau: La Machine à écrire, creata nel 1941 al Théâtre des Arts, provoca la reazione immediata della critica collaborazionista. Lo stesso anno, la ripresa dei Parents terribles è vietata dalla censura tedesca. Durante l’occupazione Cocteau fu aggredito da alcuni dimostranti perché sbadatamente non si era tolto il cappello davanti alla bandiera nazista. L’aneddoto di Jean Marais che prende a schiaffi il giornalista di Je suis partout Alain Laubreaux, autore di un articolo denigratorio nei confronti di Cocteau, è stato ripreso da Truffaut nel Dernier métro. Nel 1942, tuttavia, viene eletto alla giuria del Conservatorio per le arti drammatiche. In occasione di un’esposizione di Arno Breker, scultore ufficiale del Reich, scrive un articolo per Comœdia, “Salut à Breker”, in cui elogia l’opera dell’artista tedesco. Questo atto di solidarietà fra artisti gli fu aspramente rimproverato.
Negli ultimi anni della guerra Cocteau si dedica molto all’attività cinematografica: scrive le sceneggiature per Le Baron Fantôme di Serge de Poligny, film in cui reciterà la parte del vecchio barone, per Juliette ou La Clef des songes di Marcel Carné e soprattutto per L’éternel retour di Jean Delannoy e per Les Dames du Bois de Boulogne di Robert Bresson. Nel 1944 si adopera attivamente, insieme ad altri artisti, per la liberazione di Max Jacob, arrestato dalla Gestapo e giustiziato il 4 marzo nel campo di Drancy. L’anno successivo uno studio di Roger Lannes sulla poesia di Cocteau viene pubblicato da Pierre Seghers nella collana “Poètes d’aujourd’hui”. Nonostante una grave malattia della pelle, riesce a portare a termine le riprese della Belle et la Bête, che riceverà il premio Louis Delluc nel 1946 a Cannes. Contemporaneamente la casa editrice Marguerat di Losanna comincia la pubblicazione delle sue Opere complete.
Dopo avere collaborato alla realizzazione della Voce umana di Roberto Rossellini, interpretato da Anna Magnani, di Ruy Blas di Pierre Billon e di Noces de sable di André Zwobada, e dopo avere realizzato due film tratti da due sue precedenti opere teatrali, L’Aigle à deux têtes e Les Parents terribles, parte nel 1948 per un viaggio negli Stati Uniti dove incontra Greta Garbo e Marlene Dietrich. Sull’aereo che lo riporta a Parigi scrive una Lettre aux Américains che verrà pubblicata subito dopo. L’anno successivo riparte con Jean Marais e Edouard Dermit, suo figlio adottivo, per una tournée in Medio Oriente. Nell’agosto del 1949 organizza a Biarritz il Festival del cinema maledetto e comincia le riprese di Orphée; il film uscirà l’anno dopo, contemporaneamente al film di Jean-Pierre Melville tratto dagli Enfants terribles, e riceverà il Premio internazionale della giuria al Festival di Venezia.
Nel 1951 François Mauriac provoca uno scandalo seguito da una lunga polemica in occasione della rappresentazione di Bacchus, pièce ambientata nella Germania riformata che avrebbe, secondo il giornalista, messo in ridicolo la religione cristiana. Nel gennaio 1952 viene organizzata a Monaco la prima esposizione dell’opera pittorica di Cocteau, che sarà ripetuta nel 1955 a Parigi. Il nostro autore viaggia in Grecia e in Spagna, presiede per due anni di fila (1953 e 1954) la giuria del Festival di Cannes, pubblica due opere poetiche: La Corrida du 1er mai, ispirata dal suo secondo viaggio in Spagna, e Clair-Obscur. Nel 1954 viene colto da una crisi cardiaca piuttosto grave.
A partire dal 1955 fioccano i riconoscimenti ufficiali da parte di istituti culturali molto importanti: viene eletto membro dell’Académie Royale de Langue e Littérature Française de Belgique e dell’Académie Française, dottore honoris causa all’Università di Oxford, membro onorario del National Institute of Arts and Letter of New York. Nel 1957 è ancora presidente onorario della giuria di Cannes. In questi anni si dedica con passione alle arti plastiche: affresca la cappella di Saint-Pierre a Villefranche, decora la Sala dei Matrimoni del Municipio di Mentone, sperimenta la decorazione di ceramiche, che saranno esposte con successo a Parigi nel 1958.
Nel 1959 saluta con entusiastica ammirazione le prime opere dei giovani registi dei Cahiers du cinéma, soprattutto Les 400 coups di François Truffaut, grazie al quale può iniziare le riprese del suo ultimo film, Le Testament d’Orphée. Un’emottisi non gli impedisce di continuare a scrivere poesie e di decorare la cappella di Saint-Blaise-des Simples a Milly-la Forêt, dove si è trasferito, e la cappella della Vergine della chiesa di Notre-Dame-de-France a Londra. L’anno successivo è eletto principe dei Poeti da Aragon. Nel 1961 è nominato Cavaliere della Legione d’Onore. Scrive i dialoghi per La Princesse de Clèves di Jean Delannoy.
Il 22 aprile del 1963 è vittima di una nuova crisi cardiaca. L’11 ottobre, durante la convalescenza a Milly, muore serenamente. Il suo corpo imbalsamato è conservato a Milly nella cappella che lui stesso aveva decorato.

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