9.4 Ultimi bagliori di un crepuscolo
Il discreto realizzo di Boccaccio '70 è dovuto, probabilmente, anche alla curiosità che il titolo, associato all'aggettivo boccaccesco che evoca sottintesi erotici, ha provocato nella opinione pubblica. I quattro episodi sono infatti accantonati nella valutazione della filmografia dei rispettivi registi. A prescindere dalla casualità che è all'origine dell'idea produttiva, resta comunque il fatto che le polemiche relative a La dolce vita e a Rocco e i suoi fratelli sono state avvertite anche nella gente comune. Nonostante la levata di scudi degli ambienti ecclesiastici e le sdegnate reazioni di politici vicini alla Chiesa, i due film circolano normalmente ed ottengono risultati sorprendenti. E' il segno che l'italiano si allontana gradualmente dalle istituzioni che non esercitano più alcuna influenza su di esso.
Questa circostanza era già evidente da tempo e non è improbabile che la richiesta di una maggiore severità da parte della censura sia un richiamo nostalgico dei tempi passati dove opinione pubblica e vita sociale erano rigidamente sottomessi al volere del Vaticano.
La divisione della società non lascia, però, molti spazi ad aneliti libertari. Come abbiamo visto se da una parte la Chiesa e la DC esercitano un controllo tramite la burocrazia, anche il PCI sottopone a rigidi controlli coloro che si rifanno agli ideali marxisti. Gli anni cinquanta e sessanta presentano una lista infinita di personaggi proscritti dall'uno o dall'altro schieramento che vengono molto spesso tacitati o emarginati dalla scena pubblica. Fellini rientra in questa lista. Durante il primo decennio di attività, l'autore è stato attaccato dalla sinistra, dai nobili, dalla Chiesa, dalla destra, dalla DC che a turno hanno ravvisato in lui il "male" o "l'errore".
Come abbiamo visto nelle critiche qui riportate, Fellini è stato definito in tutti i modi possibili. Una lunga serie di improperi che non hanno mai ottenuto effetti tanto il regista romagnolo era indifferente alla politica e alle divisioni per blocchi.
Un caso, dunque, eccezionale di autonomia nel panorama artistico del dopoguerra che, in quanto non inquadrabile in alcuna definizione, ha goduto di una certa libertà d'azione. Una libertà che Fellini ha utilizzato per identificare e mostrare impietosamente i bubboni nati durante la ricostruzione.
Nei suoi film, in filigrana, questi elementi appaiono nella loro icasticità ed assumono valore paradigmatico per la comprensione della identità culturale degli italiani.
Così è anche per Le tentazioni del dottor Antonio che, pur essendo un'opera minore causata da un comprensibile spirito di rivalsa, sottolinea per la prima volta la grottesca funzione della censura. Le reazioni a questo film mostrano infatti l'anacronismo dell'istituto come appare agli occhi degli italiani. Invano si affaccendano i moralisti alla Rondi o la nobiltà nera vaticana, ormai il loro controllo sulle masse si va via via indebolendo fino a raggiungere i livelli attuali.
E' del 1962, lo stesso anno in cui Boccaccio '70 viene distribuito, l'attuazione della legge che ridefinisce l'istituto creando i presupposti per il suo successivo indebolimento. Gli anni successivi sono solo una lenta agonia e il rogo di Ultimo tango a Parigi è l'ultimo colpo di coda di una burocrazia incancrenitasi ed incapace di comprendere i cambiamenti della morale comune. Quella morale che è servita per mascherare abusi ed ingiustizie, ma che non è più in grado di evitare il ridicolo, il grottesco, la derisione da parte della popolazione. |