Dossier:
Il mito di Orfeo nel cinemo di Jean Cocteau a cura di Enrico Castronovo
Il cinema di Fellini rappresenta agli occhi del mondo il meglio della cultura italiana e, nonostante i pareri di parte della critica di sinistra, l'erede del neorealismo. A testimonianza di questo basta riportare la recensione del critico francese Andrè Bazin, uno dei punti di riferimento della nouvelle vague, che dice: "Ciò che non sono poi tanto lontano dal pensare è che Fellini va più in là nell'estetica neorealista, tanto in là da traversarla e trovarsi dall'altra parte."
Biografia
La compagnia  di avanspettacolo "Polvere di stelle" riparte da un paesino di provincia dopo un insuccesso. Sul treno Liliana Antonelli (Carla Del Poggio), una giovane lettrice di Bolero film scappata di casa, si presenta al capocomico, il fucinatore di ilarità Checco Dalmonte (Peppino De Filippo), che cerca subito di approfittare di lei, ricevendone in cambio solo uno schiaffo.

 

Jean Cocteau e il cinematografo
Due giovani sposini in viaggio di nozze, Ivan Cavalli (Leopoldo Trieste) e Wanda (Brunella Bovo), giungono a Roma durante l'Anno Santo del 1950. Il motivo ufficiale di questo viaggio è la partecipazione all'udienza papale e la visita ad uno zio di Ivan, dirigente al Vaticano, che dovrebbe aiutarlo ad ottenere il posto di segretario comunale.

 

La morte, la statua, l'angelo: l'identità orfica
I Vitelloni sono giovani di famiglie borghesi che passano la loro giornata nell'ozio più completo, sognando amori e avventure. Tali sono, in una piccola città di provincia che somiglia tanto a Rimini, cinque amici: Alberto (Alberto Sordi), Moraldo (Franco Interlenghi), Fausto (Franco Fabrizi), Leopoldo (Leopoldo Trieste) e Riccardo (Riccardo Fellini).
Orphèe dal palcoscenico allo schermo
Gelsomina (Giulietta Masina) è una povera orfana dall'animo semplice. La madre è costretta a venderla per 10.000 lire ad un artista da strada, il rozzo Zampanò (Anthony Quinn) a cui aveva già venduto la figlia maggiore che si scopre essere appena morta.
 
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