Dossier:

Federico Fellini: Oltre l'estetica neorealista a cura di Giovanni Scolari

Otto e mezzo (1963)
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10.3.3 Verso il sessantotto

Ora l'apparecchio televisivo figura in tutte le case anche se il suo acquisto ha, a volte, sulla vita familiare un peso superiore  a quello dell'affitto. Davanti alla televisione si realizza "una specie di uguaglianza magica col resto degli italiani." Nel 1961 nasce peraltro il secondo canale RAI e aumenta progressivamente il raggio d'azione della televisione che nel 1969 copre il 90% del territorio nazionale. Lo sport, la musica e il cinema costruiscono nuovi miti che sono amplificati dalla televisione. Il calcio si trasforma nel contenitore spettacolare che dispensa soldi e  fama a pochi privilegiati, diventando anche punto di sfogo delle tensioni sociali con gli effetti che ora possiamo constatare. Il '63 è, tra l'altro, l'anno in cui la prima squadra italiana, il Milan, conquista la coppa campioni in forza del suo successo sui portoghesi del Benfica. Negli anni seguenti i successi si ripetono anche con altre formazioni e il primato calcistico conquistato in Europa e nel Mondo crea un tale processo di mitizzazione dell'evento calcistico da farlo diventare una parte, ineliminabile, dell'identità culturale degli italiani.
Oltre ai nuovi miti dello sport, si affermano anche personaggi nuovi nella musica e nello spettacolo. I Beatles, i Rolling Stones, oltre al già citato Priesley, rivoluzionano il mondo giovanile imponendo nuovi modelli che risultano impraticabili nella società italiana degli anni sessanta così gretta e provinciale.
Inizia uno scontro generazionale che sfocia nella contestazione giovanile del sessantotto.
Gli anni sessanta si prospettano così in modo molto diverso dal decennio precedente che era pieno di speranze e si nutriva della convinzione che il peggio fosse passato. E invece, costruita finalmente una società nuova, si presenta il problema di trovare un nuovo modello di integrazione sociale. Sul fallimento di questo tentativo si innestano molti dei problemi che travagliano l'Italia nei decenni successivi. Fellini vi partecipa con attenzione pur restando fuori dai blocchi ideologici che sono il riflesso dello strapotere dei partiti in ogni aspetto della vita sociale e che condizionano fin troppo pesantemente il cinema italiano. Proprio per questo, per la sua presenza al di fuori delle parti, la sua opera permette di capire alcuni aspetti della nazione che, in film troppo apertamente di parte, restano nascosti agli occhi di una pur attenta analisi storica. Proprio per questa sua "imparzialità" politica, Fellini rappresenta un importante elemento di conoscenza degli anni cinquanta che lo hanno visto, a differenza del prosieguo della sua carriera, in prima fila nelle polemiche e nelle scelte fondamentali del cinema italiano, a volte anche a dispetto della sua stessa volontà. Proprio per questo i suoi film sono stati analizzati in questa ricerca al microscopio per scindere le peculiarità artistiche da quelle più propriamente storiche.

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