7.2 Il potere della porpora
7.2.1 Nuove relazioni
L'insuccesso precedente ha di molto diminuito la credibilità di Fellini nel mercato cinematografico. Il suo produttore Goffredo Lombardo, presidente della Titanus, lo prega di stracciare il contratto che prevedeva che l'autore romagnolo girasse un altro film. Senza lasciarsi influenzare dai risultati dell'opera precedente, Fellini si mette alla ricerca di un nuovo soggetto e di un nuovo produttore. Li trova entrambi agli inizi del '56. La storia prende spunto da due incontri avvenuti nei mesi antecedenti. Sul set de Il bidone la troupe aveva fatto la conoscenza di una prostituta che viveva in una baracca - pollaio nella baraccopoli sotto l'acquedotto Felice. Fellini rimane impressionato dalla vitalità di questa donna, di nome Wanda, che aveva tentato per tre volte il suicidio a seguito di delusioni amorose, riuscendo sempre ad uscirne con ottimismo. L'unica legge che riconosce è quella dell'amore: "Se nun voi bbene a l'antri che te resta?" D'altro canto il problema della prostituzione era già stato trattato dal cineasta romagnolo quando, nel 1951, aveva scritto la sceneggiatura di Persiane chiuse, di cui aveva girato alcune scene mentre si aspettava che la produzione trovasse un regista in sostituzione di Gianni Puccini che era fuggito in seguito ad una crisi.
Il secondo incontro è quello che avviene con Giorgio Tirabassi detto "l'uomo del sacco" che servirà ad ispirare un episodio che viene poi tagliato per la pressione effettuata dagli ambienti ecclesiastici. Tirabassi era un personaggio molto singolare. Usciva ogni sera verso le 22 con dei sacchi che contenevano viveri, indumenti e medicine da distribuire agli sbandati di Roma di cui conosceva perfettamente nascondigli e abitudini. Credeva di aver avuto l'ordine di fare queste opere di bene da Dio, ma non apparteneva ad alcuna associazione religiosa e viveva di offerte di privati. Con queste donazioni è persino riuscito a costruire una chiesa piazzata in un luogo sperduto.
La conoscenza di questo personaggio avviene tramite Pinelli che ha collaborato per qualche anno con lui. Durante la preparazione del film i due partecipano spesso alle incursioni notturne dell'uomo, ma ben presto Fellini si stanca e inizia ad approfondire la conoscenza di una parte di mondo molto meno filantropica. Accompagnato da Pasolini, Fellini può partecipare e assistere in prima persona alla vita notturna delle borgate romane, mondo che gli era stato svelato dalla lettura di Ragazzi di vita, romanzo scritto dallo stesso Pasolini. Insieme allo scrittore e allo scenografo Gherardi scorazza per la passeggiata archeologica e per gli altri centri del malaffare capitolino dai nomi medievali: Guidonia, Tiburtino Terzo, Infernetto, Cessati spiriti. Il poeta lo aiuterà a rendere credibile i dialoghi, collaborando attivamente alla sceneggiatura e conducendo il regista "come se fosse Virgilio e Caronte insieme, di entrambi aveva l'aspetto".
La preparazione è attraversata da due importanti avvenimenti. Il più doloroso si verifica verso la fine di maggio quando improvvisamente muore per infarto il padre di Fellini: Urbano. Quanto sia significativa la scomparsa del genitore è facilmente intuibile dai richiami presenti in La dolce vita e in Otto e mezzo.
L'altro episodio è il conferimento dell'Oscar, per il miglior film straniero, a La strada. Tuttavia, più che essere colpito dalla affermazione, Fellini ricorda maggiormente l'emozione di trovarsi spalla a spalla con le star del sistema hollywoodiano: Liz Taylor, Gary Cooper, Cary Grant, James Stewart, Frank Sinatra, Bing Crosby, Clark Gable. Per lui "la cerimonia della consegna dell'Oscar ha il fascino delle caricature; è la caricatura del Giudizio Universale, la resurrezione della carne". Un atteggiamento, come si vede, assai disincantato che assume, nella descrizione, un tono quasi surreale. |