7.2.2 Il sigillo cardinalizio
L'annuncio dell'inizio delle riprese de Le notti di Cabiria crea preoccupazione negli ambienti culturali in quanto cade nel vivo del dibattito parlamentare in atto per l'abolizione delle case di tolleranza.
Dopo uno sfortunato incontro con la senatrice Merlin, di cui parleremo più avanti, la preparazione del film prosegue pur suscitando grandi timori tra i politici e gli ambienti ecclesiastici tanto che qualcuno ipotizza che il regista, per facilitare il lavoro, firmi una carta in cui autorizza preventivamente ogni taglio della censura.
Mentre il film è in fase di montaggio escono le prime polemiche. Nicola De Pirro, direttore generale dello spettacolo, fa trapelare che ci sono molte apprensioni per i presunti contenuti immorali e magari blasfemi del film. Inoltre il sindaco di Roma, il democristiano Salvatore Rebecchini, ha intenzione di protestare perché ritiene scandaloso mostrare una parte monumentale della città, la passeggiata archeologica, come centro del vizio e della criminalità. Ovviamente tace che il luogo è sede della prostituzione romana e dimentica che la stampa sta dando ampio rilievo al "martellatore della Passeggiata Archeologica", uno psicopatico che ha già ucciso diverse donne.
Questi elementi, oltre all'ovvia scabrosità del soggetto, spingono la Censura a rinviare il visto che consentirebbe al film di partecipare al Festival di Cannes. Nessuno si sbilancia, ma è evidente che le possibilità di ottenere il visto è legato ad una serie di tagli concordati dopo una lunghissima contrattazione.
Vista la situazione disperata, Fellini tenta l'ultima carta e si rivolge ad un padre gesuita, Angelo Arpa, un amico che gli era stato presentato alcuni anni prima da Brunello Rondi. Arpa, introdotto negli ambienti curiali genovesi, suggerisce di mostrare il film al Cardinale di Genova Giuseppe Siri, il più giovane cardinale d'Italia, che è anche il potentissimo presidente della Conferenza Episcopale Italiana da cui dipendeva il CCC e l'Azione Cattolica.
L'opera viene mostrata segretamente al cardinale in una saletta vicina al porto di Genova. La proiezione avviene dopo la mezzanotte. Resta inteso che il prelato parlerà con Fellini solo se il film è di suo gradimento. L'intervento di Arpa, che durante la proiezione ha aiutato Siri a comprendere la vicenda umana e spirituale di Cabiria, convince il cardinale ad intercedere perché la censura elimini i veti precedentemente posti.
L'assenso del cardinale spalanca tutte le porte. La censura concede immediatamente il visto e cade anche ogni resistenza ministeriale. L'unico sacrificio richiesto è il taglio dell'episodio in cui si mostra l'uomo del sacco. Le motivazioni sono misteriose. Kezich sostiene che il taglio è frutto di un compromesso con la chiesa in quanto "la carità non va sottratta ai suoi canali legittimi“; padre Arpa sostiene, invece, che la decisione è stata presa in quanto l'episodio appariva fuori dall'ottica del film.
Non appena si sparge la voce della visita a Siri, inizia una polemica contro Fellini e la sua presunta sottomissione al potere ecclesiastico. Ma anche i critici marxisti, come Aristarco, restano impressionati e sorpresi di fronte alla dimostrazione di potere data dalla chiesa italiana.
Non solo, l'intervento diretto di Siri ha zittito coloro che precedentemente si erano mostrati scandalizzati dall'ambientazione del film e che, di colpo, si trovano senza argomenti e sono costretti a battere in ritirata. Ottenuto il visto di censura la pellicola va al festival di Cannes dove Le notti di Cabiria riscuote un enorme successo e Giulietta Masina riceve il premio quale migliore attrice protagonista.
Il trionfo sulla croisette spiana la strada al film che, uscito in patria, riceve recensioni tutto sommato positive anche se non mancano rilievi e appunti da parte di alcuni critici. A molti non piace la scena dell'ipnotizzatore, ad alcuni il finale, altri ancora rilevano come la narrazione sia discontinua e non sempre armonica. Aristarco muove a Fellini, una volta di più, l'accusa di cadere nell'artificio letterario in alcuni momenti del film.
Ma, a sottolineare la debolezza sempre più manifesta di una parte della critica militante, la maggior parte dei giornalisti specializzati è positivamente colpita dall'ultima fatica felliniana e loda la maturazione compiuta dal regista.
Estremamente favorevoli sono le posizioni espresse dai critici appartenenenti al mondo cattolico come il padre gesuita Nazareno Taddei che su Letture, un periodico vicino alla Compagnia di Gesù, esprime la sua ammirazione per Le notti di Cabiria affermando che "La tematica di Fellini [..] sta portando a maturazione il germe del miglior Rossellini; finalmente in neorealismo più sincero e più valido spezza i confini del pessimismo senza fondo e prende per oggetto la realtà vera e completa." Lo stesso CCC (Centro Cattolico Cinematografico) si schiera ovviamente a favore dell'opera di Fellini (non poteva certo smentire il presidente della CEI) affermando che "L'impostazione del film è positiva. Vengono infatti messi in risalto il calore della vita e il desiderio di redenzione anche in creature che le circostanze - più che la colpa personale - hanno ridotto all'abiezione. L'argomento e alcuni situazioni, quale ad esempio la sequenza del Santuario, che può destare qualche perplessità, fanno riservare il film agli adulti di piena maturità morale".
Il successo di Cannes lancia internazionalmente il film che comincia a ricevere premi e attestati da tutto il mondo. Le notti di Cabiria viene distribuito persino in Egitto nel 1958 e colpisce anche la fantasia di Nasser che invita la Masina nel palazzo presidenziale. Inoltre l'attrice riceve proposte amorose da parte di un importante uomo d'affari del Cairo che le offre dei gioielli. Nulla è vietato alla coppia regina del cinema italiano a cui sono aperte tutte le porte del jet set americano. Addirittura Jacqueline Kennedy organizza alcuni anni più tardi un party in onore di Fellini.
A coronamento di tutto questo giunge il secondo Oscar consecutivo decretato dall'Academy Awards of films.
7.2.3 Lazzari o Nazzari?
Alcune ulteriori curiosità sono importanti per decifrare il film. L'idea dei due tentativi di omicidio che Cabiria subisce scaturisce in seguito ad un grave fatto di cronaca avvenuto poco tempo prima: il ritrovamento in un lago del cadavere di una donna, una prostituta, senza la testa. L'avvenimento aveva suscitato una viva impressione nell'opinione pubblica ed era stato al centro dell'attenzione della stampa per diverso tempo.
Un altro importante spunto per la realizzazione della pellicola si deve al caso. L'idea dell'incontro tra la prostituta e il divo non era infatti nuova, ma risaliva ad alcuni anni prima, quando Fellini l'aveva proposta a Rossellini per il film a episodi L'amore. Il rifiuto della Magnani, protagonista del film, l'aveva fatta cadere nel dimenticatoio. Quando viene poi ripescata per Le notti di Cabiria viene scelto per la parte del divo Amedeo Nazzari. Viene spontaneo, a questo punto, disegnare la scena sulla pelle di Nazzari famosissimo per i suoi atteggiamenti divistici. Tutto quello che era narrato nel film - come conferma lo tesso Fellini - corrispondeva al vero: l’interno della casa con armadi, vestiti, scarpe in numero impressionante. Nazzari aveva almeno venti vestiti in Principe di Galles e possedeva almeno 500 paia di scarpe. Il gioco diventa talmente manifesto che, superate le perplessità iniziali di Nazzari, il personaggio viene chiamato Alberto Lazzari.
Il successo dell'ultima opera conferisce sicurezza a Fellini che si getta nella realizzazione di Viaggio con Anita, racconto autobiografico che prende spunto dalla recente morte del padre. Il progetto svanisce perché l'attrice prescelta per il ruolo di Anita, Sofia Loren, non è più disponibile a lavorare con De Laurentis dopo la rottura avvenuta tra questi e il suo socio Carlo Ponti produttore e marito della Loren.
A questo punto il cineasta riminese matura l'idea di fare un affresco del mondo festaiolo di Roma, in poche parole decide di parlare di via Veneto, allora centro della vita notturna capitolina. Il cinema italiano ha intanto scoperto casualmente un nuovo filone che gli permette di allontanare la crisi produttiva e che apre un mercato internazionale imprevedibile: il film mitologico. Alla fine del 1956 esce un film a basso costo Le fatiche di Ercole diretto da Pietro Francisci. Questo genere cinematografico spezza "le catene del colonialismo cinematografico e apre una nuova era in cui i prodotti sono più differenziati [...] e lo scontro tra produzione nazionale e americana può finalmente cominciare a registrare una serie di round di relativa parità".
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