7.4 Fellini sul tetto del mondo
7.4.1 Alla ricerca di una nuova religiosità
Le notti di Cabiria ottiene un lusinghiero risultato realizzando circa 600 milioni. L'incasso dimostra la ritrovata vitalità del cinema italiano che sta trovando nuovi canali produttivi e nuovi generi in cui cimentarsi. L'insperato successo dei film - mitologici rilancia la cinematografia nazionale depressa dopo un 1956 disastroso. Le fatiche di Ercole incassa circa un miliardo alla fine del suo sfruttamento commerciale con una spesa di produzione minima. Gli eroi proposti da questo filone - i vari Ercole, Maciste, Sansone, Ursus ecc. - sono senza paura e praticamente invincibili; portano con sé i valori della libertà e della giustizia, riportano la pace sconfiggendo i malvagi.
Questi film sono pervasi da un sentimento religioso che ha valore positivo solo inteso come rispetto delle divinità familiari, tipiche della civiltà contadina. Se si considera questo con il fatto che il più grande successo della stagione 1957/58 è il kolossal statunitense I dieci comandamenti, si può opinare che il pubblico delle sale cercasse di recuperare, tramite i mass media, una parte dei valori che si stavano perdendo nel passaggio alla società industriale. Il grande esodo dalle campagne e l'emigrazione al nord, dove esisteva una diversa concezione della vita religiosa rispetto al meridione, determinano una forte contrazione delle vocazioni sacerdotali ed un calo di presenze alle cerimonie religiose. Da una indagine Doxa del 1956, il 69 per cento degli italiani andava regolarmente a messa la domenica; nel 1962 si scende al 53 per cento.
La potenza della Chiesa nella società civile resta però fortissima. L'approvazione di un cardinale basta infatti a superare ogni tipo di pastoia burocratica e di veti di censura. Tuttavia la potente chiesa non poteva tollerare che si propagandasse l'opera di un uomo, come il già citato Tirabassi, solo perché non rientrava nella loro organizzazione. La cosa era difficile da accettare al punto che forse (non esistono, infatti, prove al proposito) si è subordinato il taglio dell'episodio all'appoggio presso la censura. La diminuita religiosità dell'italiano viene controbilanciata dalla aumentata influenza nei mass-media e in primo luogo nella televisione su cui la Chiesa esercita un controllo assoluto grazie alla DC.
E' questo mezzo, infatti, che permette alla Chiesa di porre un freno alle libertà che il cittadino italiano sta scoprendo. Da questo nuovo pulpito si esercita una censura assoluta su tutto quello che non è conforme alla morale cattolica e al "comune senso del pudore". I film di Fellini sono, perciò, di volta in volta buoni o cattivi se prevedono o meno il pentimento dei protagonisti o se hanno rispetto dei riti religiosi.
Proprio l'atteggiamento del mondo cattolico verso l'opera del regista romagnolo nel corso degli anni cinquanta è simbolico dell'atteggiamento dell'altro versante ideologico che impera. Uniti, governo e chiesa agiscono contro le deviazioni del consumismo, della modernità attaccando, di volta in volta, il film o il libro che getta ombre sul sistema di vita in atto.
Tutto questo avviene mentre il nome di Fellini è ormai noto in tutto il mondo. Mentre il mondo culturale si interroga sull'appartenenza di Fellini all'uno o all'altro schieramento, i suoi film sono apprezzati in ogni continente. Quando il parroco di Rimini lo considera come un diavolo per via de La dolce vita, Jacqueline Kennedy organizza un party in suo onore nel suo appartamento di New York e Giulietta Masina è definita la "Chaplin-donna".
7.4.2 Oltre l'estetica neorealista
Il cinema di Fellini rappresenta agli occhi del mondo il meglio della cultura italiana e, nonostante i pareri di parte della critica di sinistra, l'erede del neorealismo. A testimonianza di questo basta riportare la recensione del critico francese Andrè Bazin, uno dei punti di riferimento della nouvelle vague, che dice: "Ciò che non sono poi tanto lontano dal pensare è che Fellini va più in là nell'estetica neorealista, tanto in là da traversarla e trovarsi dall'altra parte."
Al di là delle polemiche, Fellini è comunque un personaggio estremamente celebre. Gli Oscar conquistati giocano un forte ruolo in questo. Le affermazioni degli italiani all'estero rafforzano l'orgoglio di una nazione che si è ricostruita nel giro di poco tempo e anche il Presidente del Consiglio Aldo Moro si fa riprendere mentre riconsegna, davanti alla macchina da presa della Settimana Incom, l'Oscar a Fellini nel momento in cui questi ritorna in patria.
L'Italia affronta dunque l'arrivo del 1960 con i migliori presagi. Ma non sfugge a Fellini cosa si è perso in questo trapasso e le insidie presenti in uno sviluppo incontrollato che ha sì portato il benessere, ma che ha in sè i germi della sua distruzione. La dolce vita, probabilmente in modo involontario, non è solo il ritratto di una società, ne è la sua epigrafe funebre.
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