3.3 Malumori DC tra Guerra Fredda e nuova Europa
3.3.1 La parabola di De Gasperi
Il 1951, data di inizio delle riprese, non fu un buon anno per l'Italia. L'inchiesta parlamentare sulla miseria, che doveva concludersi nel 1952, rivelò, come abbiamo visto nel capitolo precedente, una situazione di estremo disagio aggravata dalle ripercussioni nell'arena politica provocate dalla guerra di Corea. A tutto questo si aggiungevano una serie di catastrofi naturali come l'inondazione del Polesine e l'insicurezza della scena politica.
Il governo De Gasperi vede infatti diminuire inesorabilmente il suo consenso. Il timore di una vittoria delle sinistre è ormai svanito e l'elettorato di centro destra torna a distribuirsi nelle varie forze politiche dell'area. L'equilibrio interno della DC è minato dalle divisioni interne; la destra del partito ormai apertamente alleata alle forze reazionarie esterne agisce per impedire ogni variazione dell'assetto dello stato.
Per evitare l'implosione del partito si deve imporre una correzione di rotta. La scelta del terreno d'attacco è il Mezzogiorno. Tra il 1949 e il 1950 vengono convertite in legge la riforma agraria e l'istituzione della Cassa del Mezzogiorno. In entrambi i casi, le speranze che i due progetti avevano suscitato vanno rapidamente deluse. La riforma agraria incide solo minimamente sulla redistribuzione del reddito agricolo. Anche se le aree interessate alla riforma sono abbastanza vaste, non sono sufficienti a determinare un risanamento complessivo. Inoltre i fondi messi a disposizione dalla legge sono insufficienti e spesso dislocati in località irraggiungibili quando non sono ridotti allo stato selvaggio.
Nonostante questo, la riforma agraria ha, come immediato riflesso, l'abbandono del governo da parte del Partito Liberale che prelude all'annuncio del ritorno delle destre. Le elezioni amministrative del 1951-52 confermano questa tendenza. I ceti agricoli del meridione colpiti nei propri interessi, fanno convergere i loro voti sul Movimento Sociale Italiano e sul Partito Monarchico che ha trovato tra le proprie fila un leader: l'armatore napoletano Achille Lauro. Il timore dell'avanzata delle destre spinge il governo a rinviare le elezioni amministrative del sud al 1952, l'anno successivo a quelle tenute nel settentrione.
Il dinamismo missino continua a preoccupare De Gasperi convinto assertore del centrismo tanto più che, tramite la mediazione di Don Sturzo e grazie all'assenso del Vaticano, si sta delineando alle comunali di Roma l'alleanza elettorale DC-MSI. Dopo essere riuscito a sventare questo tentativo politico che tanti problemi gli avrebbe creato, al governo non resta altro che prendere atto della trionfale tornata elettorale per le destre che hanno ricevuto notevoli consensi soprattutto nel sud. Per limitare la portata del successo dei missini, viene così emanata la legge Scelba, dal nome dell'allora ministro degli interni, che attua il dettato costituzionale che vieta la ricostituzione del partito fascista. La nuova norma costituisce una minaccia pesante per il MSI e serve da avvertimento in modo di costringerlo ad una maggiore cautela. L'anima dura del movimento sociale è avvisata, cresce di conseguenza in autorità la corrente moderata del neofascismo decisa a consolidare il successo alle amministrative con una politica che rassicuri l'elettorato reazionario - conservatore senza eccessivi estremismi.
Le amministrative confermano così il calo dell'elettorato democristiano (dal 48.5% del 1948 al 35.1%) e pongono seri problemi sulla governabilità dell'Italia nella successiva legislatura. L'unica soluzione appare l'approvazione di una nuova legge elettorale che introduca un premio di maggioranza, la famosa "legge truffa" che entrerà in vigore nel marzo del 1953.
Contemporaneamente prende il via il lungo cammino per la costruzione dell'Europa unita. Il 27 maggio 1952 viene firmato il trattato che istituisce la CED (Comunità Europea di difesa). Il trattato è duramente contestato dalla sinistra, ma viene affossato realmente dalla contrarietà del parlamento francese, con una maggioranza di centro - destra, timoroso del riarmo della Germania.
Apparentemente lontano da questa confusione, Fellini esce nel 1953 con il suo terzo lungometraggio, I vitelloni, una fuga nel passato, nella sua Rimini e nei suoi ricordi così distanti dai problemi politici che attanagliano la capitale, ma profondamente impregnati dalla rivoluzione del costume in atto in Italia.
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