3.4 Lacrime e canzoni
3.4.1 Matrimonio all'italiana
Il rapporto di coppia, al centro di questa pellicola, è improntato alla più totale formalità; i due sposini non si scambiano mai effusioni, la prima notte di nozze li intimorisce e disturba. Più tardi, nel manicomio dove Ivan va a riprendere la moglie dopo il patetico tentativo di suicidio, quando lo sposo entra nella stanza dove è tenuta Wanda, questa si copre il costume di scena che solo poche ore prima aveva orgogliosamente mostrato in spiaggia a tutta la troupe. Ivan poi abbandona la camera, mentre la moglie si riveste, lanciandole sguardi pieni di indignazione per il suo comportamento, dimenticandosi che la notte precedente si era rifugiato da una prostituta. E' l'ulteriore riprova di come l'etica dominante non imponesse un uguale codice comportamentale a femmine e maschi. Se per le une l'illibatezza e il riserbo sono le massime virtù, per gli altri la virilità è praticamente un dovere. E' un tratto del carattere nazionale che il fascismo ha fortemente incoraggiato e che i governi a guida democristiana e il clero cattolico si guardano bene dal criticare. Ed è un aspetto che i fotoromanzi sottolineano e approvano.
3.4.2 Gusti e tendenze
Il fenomeno appena descritto ha dei riflessi anche nel cinema. I già citati film di Matarazzo solleticano il gusto del pubblico proponendo ambienti quotidiani, di immediata riconoscibilità e modestia, in cui primeggiano passioni e peccati vietate alle donne rinchiuse nel loro "ghetto". La conferma viene dalle classifiche degli incassi nelle stagioni 1951/52 e 1952/53 che premiano questo tipo di film. All'agosto 1952 tra le prime dieci pellicole della stagione ci sono ben 4 titoli che rientrano in questa categoria (I figli di nessuno, Core 'ngrato, Trieste mia, Sensualità) e 3 nel 1953 (Perdonami, La nemica, Chi è senza peccato). Affine a questo filone cinematografico, spopola il musical all'italiana, vale a dire: riduzioni di opere liriche (Rigoletto 1947, Aida 1954 di Fracassi), biografie di personaggi famosi (Caruso 1951 di Gentilomo, Puccini 1952 e Casa Ricordi 1955 di Carmine Gallone, Giuseppe Verdi 1954 di Matarazzo) e film che ripropongono, in una serie di quadri animati, canzoni di sicura presa (Canzoni di mezzo secolo 1953 e Canzoni, canzoni, canzoni 1954 di Paolella, Città canora 1953 di Costa). Tutti questi film hanno una radice comune che si può far risalire alla lirica ottocentesca per tipo di rappresentazione delle passioni e degli intrecci e per la enfatizzazione dei momenti topici del dramma.
Il successo di questo genere di film è legato alla stabilità dei pubblici popolari e alla tenuta di una cultura che riesce a giocare a tutto campo, sul piano dei vari media, creando fenomeni macroscopici di confluenza e mobilità parallela di codici e ideologie. Di colpo, con la trasformazione economica ed industriale, questo tipo di cultura viene cancellato e sparisce dal ricordo del cinema popolare per antonomasia.
E' dunque la trasformazione economica e la conseguente evoluzione del ruolo della donna nella famiglia e nella società a determinare il tramonto di questo genere cinematografico contiguo al fotoromanzo. Peraltro il boom di queste riviste va esaurendosi e con esso il loro influsso sul comportamento degli italiani, condizionato ormai da un nuovo rivoluzionario media: la televisione.
Altro motivo di riflessione sull'evoluzione dei gusti degli italiani è dato dal successo, abbastanza contenuto per il momento ma costante, dei film ambientati nell'antichità. Se Fabiola di Blasetti è stato il campione d'incassi nel 1949, Messalina di Gallone è solo decima nella classifica della stagione 1951-52 e La regina di Saba di Francisci non va oltre l'ottavo posto in quella del 52-53. Un anticipazione del peplum-film che porta alla ribalta i vari Ercole, Maciste ecc.
Purtroppo, a far da contraltare, vi è la scomparsa delle pellicole di contenuto sociale dagli incassi stagionali, l'unico tipo di critica che filtra attraverso le maglie della censura e il gusto di un pubblico stanco di lotte intestine e desideroso solo di svago, si manifesta in opere falsamente definite commerciali. Questo accade con pellicole drammatiche come Anna 1952 di Lattuada che raggiunge la seconda posizione tra gli incassi di opere italiane della stagione grazie all'apporto di Silvana Mangano, allora famosissima; oppure attraverso commedie come Guardie e ladri 1952 di Steno e Monicelli.
Il comportamento del pubblico negli anni '50 ha, forse, dei punti in comune con i gusti della platea attuale. Certo, al posto dei fotoromanzi ci sono le telenovelas, ma, come allora, il successo arride solo a film comici spesso di bassissima levatura che - a differenza di 30 anni prima - non riescono mai a mostrare e a graffiare i vizi degli italiani se non in maniera superficiale e stereotipata. Probabilmente, oggi come allora, questi prodotti rappresentano il livello culturale della massa, soprattutto della piccola borghesia provinciale. Nel decennio successivo alla guerra i miti erano la famiglia, la bandiera, la patria, Roma e la visita al Papa (durante l'anno santo ci sono circa tre milioni di pellegrini), valori rispettabili ma vissuti in una dimensione così favolistica da essere inevitabilmente soggetti alla bonaria satira di Fellini.
Qualcosa, però, non è certamente cambiato e, come ci insegnano le ultime cronache, non cambierà negli anni successivi. Un'altra delle pesanti eredità del ventennio fascista è, senza dubbio, una burocrazia elefantiaca, incapace e asfittica, gestita secondo criteri puramente clientelari. Tutto era insomma dipendente dalle pressioni che il cittadino poteva esercitare sui funzionari. I burocrati venivano "incoraggiati" a svolgere i compiti di loro spettanza attraverso tutta una serie di allettamenti che andavano dall'uso, relativamente innocuo, della raccomandazione personale fino alla corruzione vera e propria. A questo rapporto deformato si adegua anche il protagonista dello Sceicco bianco che, tra i motivi che lo hanno portato a Roma in viaggio di nozze, ha l'appuntamento con lo zio, alto dirigente in Vaticano, che è, secondo suo dire, in grado di farlo diventare segretario comunale di Altovilla Marittima in poco tempo. E' proprio in quel periodo che la burocrazia ministeriale aumenta a dismisura provocando la selva di sovrapposizioni e di sprechi che, appesantendo l'intero sistema politico - amministrativo ci hanno portato alla attuale situazione di sfascio morale ed organizzativo.
|