Dossier:

Federico Fellini: Oltre l'estetica neorealista a cura di Giovanni Scolari

Lo sceicco bianco (1952)
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3.1  Niente è salvo fuorchè l'onore dei Cavalli

Due giovani sposini in viaggio di nozze, Ivan Cavalli (Leopoldo Trieste) e Wanda (Brunella Bovo), giungono a Roma durante l'Anno Santo del 1950. Il motivo ufficiale di questo viaggio è la partecipazione all'udienza papale e la visita ad uno zio di Ivan, dirigente al Vaticano, che dovrebbe aiutarlo ad ottenere il posto di segretario comunale. Wanda, accanita lettrice di fotoromanzi, vuole invece conoscere l'eroe dei suoi sogni: lo Sceicco Bianco (Alberto Sordi), protagonista della rivista "Incanto Blu". Appena il marito si appisola, Wanda fugge dalla pensione dove sta con il marito e si reca  alla redazione del periodico dove viene invitata a Fregene per seguire la lavorazione di alcune scene del fotoromanzo. Sulla spiaggia romana conosce lo Sceicco che in realtà si chiama Fernando Rivoli. Nel frattempo Ivan ha scoperto la scomparsa della donna e la sta disperatamente cercando per tutta Roma, tentando al tempo stesso di nascondere l'accaduto ai parenti desiderosi di conoscere la sposina.
Intanto Wanda, dopo aver partecipato ad alcune scene in veste di attrice, viene portata al largo da Nando. Lo Sceicco cerca allora di approfittare di lei facendole credere di essere stato costretto a sposarsi da un maleficio mossogli dalla moglie. Mentre Wanda sta per soccombere circuita dalla penosa bugia, un colpo di vento muove la vela che colpisce violentemente al capo Fernando, stordendolo. Al ritorno alla spiaggia i due sono attesi dal regista, imbestialito dal loro ritardo, e dalla moglie di Fernando, un'orribile megera, che cerca di picchiare Wanda.  Fuggita per la vergogna, la sposina viene abbandonata dalla troupe.
Ancora vestita del costume di scena, riesce a rientrare a Roma solo grazie ad un anziano signore che prima le da un passaggio in macchina e poi cerca di approfittare di lei. Disperata tenta allora di suicidarsi gettandosi nel Tevere. La scelta si rivela infelice, in quel punto il fiume è molto basso e il suo goffo tentativo  viene subito notato dal guardiano del luogo e dalla polizia. Nel frattempo Ivan,  dopo essersi barcamenato in qualche modo per scusare l'assenza della moglie, si è gettato alla sua ricerca infruttuosamente. Disperato pensa di rivolgersi alla Polizia, ma giunto in questura la paura di uno scandalo che comprometterebbe "l'onore dei Cavalli" lo fa fuggire. Dopo aver vagato per una Roma notturna  e surreale conosce due prostitute; una di queste,  Cabiria (Giulietta Masina), cerca di consolarlo parlandogli e mostrandogli l'esibizione di un mangiafuoco. Lui, invece, preferisce eclissarsi con l'altra giunonica peripatetica. La mattina successiva, frustrato dalla scomparsa della moglie e dalla sua patetica resa, Ivan decide di confessare tutto alla famiglia dello zio. Un attimo prima di questo, però,  giunge una telefonata che lo avverte che Wanda è stata ricoverata in manicomio dopo il tentativo di suicidio. Dopo aver eluso le domande dei parenti incapaci di capire i continui mutamenti d'umore del giovane, Ivan recupera la moglie e la porta in fretta e furia, senza permetterle di spiegare niente, alla udienza papale dove la famiglia dello zio li attende. In piazza San Pietro Wanda riesce a giustificarsi e gli sposi, finalmente riuniti, si incamminano a passo di corsa verso la Basilica.


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